Parco Botanico di Villa Rocca

Argomenti :
Spazio Verde
Parco Botanico che ricrea ambienti di diverse zone del mondo nel terreno adiacente al Palazzo Costaguta
Indirizzo Via Principessa Mafalda di Savoia, 16043 Chiavari GE, Italia
Punti di contatto
Cap 16043
Modalità di accesso

In treno: stazione di Chiavari (5 -10 minuti a piedi)
In auto: uscita casello autostradale Chiavari
In aereo: Aeroporto di Genova Cristoforo Colombo

📌Attualmente il parco di Villa Rocca è chiuso al pubblico per consentire l’avvio dei lavori di riqualificazione e restauro grazie ai due milioni di euro che il Comune di Chiavari ha ottenuto dal piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) 📌

La costruzione del Parco Botanico di Villa Rocca si deve alla famiglia Rocca che, tornata dall’Argentina, volle ricreare ambienti di diverse zone del mondo nel terreno adiacente al Palazzo Costaguta, acquistato nel 1903.

La famiglia si rivolse dunque all’architetto genovese Polinice Caccia per la realizzazione del progetto, portato a termine nel 1908. Il Parco fu poi donato alla città nel 1912, con l’augurio che il complesso potesse diventare giardino botanico e galleria d’arte.

Il Parco, che si sviluppa in verticale su diverse altezze, offrendo diversi punti di vista sulla città e sul mare, è un giardino ideale che esprime l’incontro fra stile italiano, con le sue imperturbabili geometrie, ed esotismo. Il giardino, di superficie pari a circa 21.000 metri quadrati, è delimitato verso monte da un alto muro di contenimento che lo separa dalla collina soprastante, sulla quale si sviluppa l'estensione del Parco, voluta da Giuseppe Rocca nei primi anni del Novecento.

Il raccordo tra il giardino e il parco venne realizzato all'epoca della realizzazione dell'estensione, attraverso uno scalone monumentale munito di ninfeo posto sull'asse del palazzo in corrispondenza dell' ingresso da via Costaguta. Sulla base dei documenti storici risulta evidente che questo spazio costituiva il giardino originario, mentre la collina a monte era coltivata.

Incastonati qua e là si trovano grotte, cascatelle, laghetti, un tempietto neo-pompeiano, il Padiglione del Té (un manufatto in stile liberty) e inaspettati panorami sui tetti di Chiavari.
Quest’oasi in pieno centro cittadino è interessante non soltanto per la quantità e la varietà di piante custodite, ma perché testimonia la moda nata in Liguria nei primi anni del secolo scorso di coltivare all’aperto alberi e fiori provenienti dalle aree equatoriali. Un’eccezionalità per la nostra latitudine resa possibile dal microclima della Riviera.

Tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento la costa ligure, insieme al Lago Maggiore, alle colline fiorentine, alla penisola sorrentina, diventa una delle mete preferite del turismo internazionale. I primi residenti stranieri, appassionati ed esperti di giardinaggio, constatano che in Riviera è possibile coltivare all’aria aperta specie subtropicali e tropicali comunemente coltivate nelle serre e nei giardini d’inverno dei Paesi del nord Europa.

Noti architetti del paesaggio suggeriscono per la Riviera giardini con caratteri orientali, ispirati a modelli architettonici rinascimentali, barocchi, ispano-moreschi, moghul e indiani, che verranno successivamente identificati come peculiari dello “stile Riviera”, e l’uso di piante particolari: palme, mimose, cactacee, succulente, conifere, tutte di provenienza extra europea.

I caratteri eclettici dello “stile Riviera” vengono ripresi nel Parco: il terreno acclive è modellato in pendii con aiuole irregolari, i percorsi si adattano all’andamento del terreno, la disposizione delle piante determina una successione di interessanti sequenze visive.

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